I parenti: “Avevano paura, sono stati richiamati al lavoro”
Milano, 29 maggio 2012 – Una raffica di scosse di terremoto ha sconvolto oggi l’Emilia. La prima è stata avvertita questa mattina alle 9 in tutto il Nord Italia, dalla Lombardia al Veneto, all’Emilia Romagna e fino a Firenze. La terra ha tremato a Modena, Ravenna, Bologna, a Milano, Torino, Padova e Treviso e anche in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.
L’epicentro del terremoto è stato nel modenese, nei comuni di Medolla, tra Parma e Ferrara, Mirandola e Cavezzo, la magnitudo di 5.8 della scala Richter con profondità 9,6 km, secondo i rilievi registrati dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Finora le vittime accertate sono 15, mentre sono 7 i dispersi e 200 i feriti, secondo quanto ha riferito in aula al Senato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà.
Lavoratori immigrati, alcuni di loro, che non hanno saputo o potuto dire di no. È successo a Mirandola, in provincia di Modena, tre persone sono morte per il crollo della Bbg di San Giacomo Roncole, nel modenese e una quarta è morta sotto le macerie dell’Aries Biomedicale; a Medolla, sempre nel Modenese, vicino all’epicentro di questo nuovo sisma, c’è una vittima accertata e tre dispersi sotto i resti dell’Haemotronic; mentre alla Meta di San Felice al Panaro, Reggio Emilia, è morto l’ingegnere chiamato a fare rilievi sui danni subiti, e due lavoratori stranieri: Mohamad Azaar, marocchino, e Kumar Pawan, indiano del Pujab, 31 anni, padre di due bambini, di due anni e 8 mesi.
A San Felice sul Panaro, nel piazzale antistante la Meta, si sono radunati molti extracomunitari delle comunità magrebine e indiane. Un gruppo ha improvvisato una preghiera musulmana dedicata ai tre lavoratori scomparsi. “Non volevano tornare a lavorare – hanno raccontato alle agenzie di stampa alcuni amici – perché non si sentivano sicuri, ma sono stati chiamati dal datore di lavoro”.