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“The Albanian Code”, un film per rendere onore al popolo che salvò migliaia di ebrei

A Roma e varie città pugliesi, una settimana di proiezioni del film documentario The Albanian Code (Il Codice Albanese), la storia degli ebrei salvati in Albania durante la Seconda Guerra Mondiale

Integra Solidale in collaborazione con Integra Onlus, The Monuments People APS, Meditinere Servizi Turistici, Accademia della Minerva, Ipathia, e con il sostegno di LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo), Regione Puglia – Assessorato all’Industria turistica e culturale e Polo Biblio-Museale di Lecce, con il patrocinio di Regione Puglia, Ministero albanese di Cultura e Ambasciata d’Albania in Italia, presenta The Albanian Code – “Il Codice Albanese” film documentario di Yael Katzir prodotto dalla Katzir Production di Yael Katzir e Gady Castel per la Claims Conference.

Il docufilm sarà proiettato da Integra Onlus, in anteprima, a Roma il 24 febbraio alle ore 19,00 presso la Sala della Discoteca di Stato in via Michelagelo Caetani, 32, in sinergia con Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (LIDU onlus), associazione culturale Ipathia e con la partecipazione della comunità ebraica capitolina. Il tour continuerà il 25 febbraio a San Marzano (prov. di Taranto), il 26 febbraio a Poggiardo (prov. di Lecce), il 27 febbraio 2020 alle ore 17:00 presso l’Auditorium del Museo Castromediano di Lecce, il 28 febbraio a Nardò (prov. di Lecce) e il 29 febbraio a Castelvecchio di Foggia.
Tutte le proiezioni saranno presentate dal produttore Gady Castel che considera il tour “un viaggio per dire grazie al popolo albanese che si è comportato diversamente dall’intera Europa”.

L’iniziativa rientra tra le attività collegate alla mostra “Racconti di Memoria. Storie di Accoglienza da una Terra di Frontiera”, organizzata dalle associazioni The Monuments People APS e Meditinere Servizi Turistici, con il supporto scientifico dell’Archivio di Stato di Lecce, e allestita nelle sale del Convitto Palmieri – Biblioteca Bernardini fino al 22 marzo 2020.

Come il Salento si dimostrò accogliente nei confronti dei profughi che transitarono dai campi istituiti dall’U.N.R.R.A. di Santa Maria al Bagno, Tricase Porto, Santa Cesarea Terme e Leuca, il territorio e la popolazione albanese salvò dalla furia criminale del nazismo migliaia tra ebrei, rifugiati e soldati italiani che dal ’43 furono perseguitati come disertori.

L’Albania, la cui popolazione negli anni della Seconda Guerra Mondiale era per il 70% circa di religione musulmana, risponde ad un codice d’onore che si chiama Besa, per cui è meglio morire che voltare le spalle a una persona bisognosa, a tal punto che un albanese aiuta chiunque si presenti alla sua porta, anche se fosse il suo peggior nemico. 

Besa significa letteralmente “mantenere una promessa, ovvero la parola data”. Chi agisce secondo Besa è qualcuno che mantiene la sua parola, qualcuno a cui si può affidare la propria vita e quella della propria famiglia. Durante l’Olocausto, questo codice albanese, o pegno d’onore, è stato messo in atto da coloro che hanno aiutato e protetto i meno fortunati, tra cui migliaia di ebrei. Il film/documentario rende note le vicende di questi eroi e quelle dei profughi ebrei transitati in Albania durante la Seconda Guerra Mondiale. Una storia di solidarietà umana che va oltre il credo religioso e che non ha eguali in tutto il mondo, che nei nostri giorni diventa un attuale messaggio di tolleranza e di aiuto per chi fugge da una crudele sorte. 

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