Riceviamo e volentieri pubblichiamo uno studio di Ilaria Doino, uscito sull’ultimo numero della rivista ORA di ASUF-Albanian Students of the university of Florence:
L’esperienza degli studenti albanesi nell’ateneo fiorentino – tra difficoltà, opportunità e benessere psicologico
Secondo i dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) nell’indagine sull’istruzione universitaria del 2007/08, le iscrizioni degli studenti stranieri negli Atenei italiani incrementano di anno in anno. Negli ultimi dieci anni gli immatricolati stranieri sono più che raddoppiati: nell’ a. a. 2007/08 hanno superato le 51.700 unità, pari a circa il 2,9% degli iscritti. L’Ateneo fiorentino, in base ai dati del MIUR relativi all’ a. a. 2008/09 conta in totale 2715 studenti stranieri; la maggior parte di essi proviene da Paesi Europei non membri dell’Unione (47%), di questi il 39% proviene dall’Albania e il restante 8% da Bielorussia, Croazia, Serbia, Russia, Svizzera e da altri Paesi. Il 21% degli studenti dell’Ateneo proviene dagli Stati membri dell’Unione Europea, come Grecia (6%), Romania (4%), Germania (3%); il restante 8% da ulteriori Paesi. Consistente è anche la presenza degli studenti asiatici che ammonta al 19%, seguita dagli africani 8%, sud-americani 3% e infine nord-americani con l’1%.
Tali cifre richiamano l’attenzione su un fenomeno sociale che sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti: l’internazionalizzazione dell’Università italiana, dalla quale scaturisce la necessità di analizzare i bisogni e le difficoltà degli studenti stranieri, garantendone sostegno e integrazione.
Per la mia tesi di laurea ho svolto una ricerca empirica che si è occupata di indagare il benessere psicologico degli studenti albanesi nell’Ateneo fiorentino, la nazionalità del campione è stata scelta sulla base dell’imponenza numerica degli studenti albanesi nella popolazione studentesca internazionale dell’Ateneo fiorentino.
La ricerca si è avvalsa di un “focus group” (discussione di gruppo) e di un questionario auto-somministrato. Il “focus group” è stato condotto con otto studenti di nazionalità albanese, tutti membri dell’ASUF (Albanian Student of University of Florence), questo ha permesso di reperire numerose informazioni relative alle percezioni e alle esperienze di tali studenti in Italia, a partire proprio dal loro personale punto di vista, emerso all’interno di una discussione animata e partecipata.
Nel valutare le motivazioni principali alla base della scelta di intraprendere un percorso di studi in Italia, è risultato che un ruolo significativo sarebbe svolto dalla massiccia presenza di connazionali già presenti sul territorio italiano. Spesso si tratta di parenti o conoscenti che si rendono disponibili ad offrire una garanzia iniziale. Tra le motivazioni risulterebbe anche la familiarità con la lingua italiana e la facilità con la quale è possibile raggiungere l’Italia grazie ad una ridotta distanza chilometrica e costi contenuti. Le stesse rette universitarie non sono giudicate eccessive se confrontate ad altri Paesi europei, inoltre, il numero dei posti di iscrizione riservati agli studenti stranieri sono molteplici e vi sono buone possibilità di essere idonei alla borsa di studio ottenendo validi sussidi. Un notevole appoggio è fornito dai consolati italiani presenti in Albania, dai gemellaggi tra le città (es. Scutari e Firenze) e da alcuni istituti ecclesiastici.
Ma quali sono gli ostacoli che i giovani ragazzi albanesi incontrano nel loro percorso?
Molti lamentano la mancanza di adeguato materiale informativo nel loro Paese d’origine, in particolare presso l’ambasciata italiana, a cui si aggiunge l’assenza di coordinamento tra i servizi informativi delle città albanesi e dell’Ateneo fiorentino, che comporterebbe una maggiore difficoltà nella preparazione della documentazione necessaria per la preiscrizione ai corsi di laurea e per la richiesta di borsa di studio, alimentando la sensazione di smarrimento.
Ulteriori problematiche riguardano la relativamente scarsa dimestichezza con la lingua italiana che può comportare difficoltà nel sostenimento degli esami, e problemi finanziari da cui scaturisce la necessità di un maggiore impegno nell’attività di studio per mantenere i validi sussidi della borsa di studio. Inoltre, benché gli studenti albanesi si sentano generalmente accolti dagli italiani, non negano di aver subito episodi di discriminazione, in particolare nella ricerca dell’alloggio.
Si è rilevato anche un forte disagio rispetto alla procedura di rinnovo del “permesso di soggiorno”, che è giudicata come una pratica ripetitiva, costosa, stressante e per certi versi discriminante. E’ stato sottolineano il malfunzionamento degli uffici della Questura, eccessivi costi da sostenere, talvolta scarsa tutela dei diritti umani, la presenza di un ambiente sovraffollato e poco ospitale.
L’analisi dei dati scaturiti dal questionario auto-somministrato hanno messo in luce che il benessere psicologico degli studenti albanesi nel nuovo contesto sociale e culturale, sarebbe determinato dalla presenza di un’elevata autostima, dal sostegno sociale da parte dei propri amici e dal preferire la partecipazione e il contatto con i membri del Paese d’accoglienza.
Come si legano questi aspetti al benessere psicologico?
Un’elevata autostima implica il sentirsi una persona di valore riconoscendo i propri limiti, prevedendo di evolversi e migliorare. Il sostegno sociale da parte degli amici conduce alla consapevolezza di essere oggetto di amore e cure, di essere stimati e apprezzati da parte degli altri. Inoltre, è ipotizzabile che il contatto e le relazioni con gli italiani consentano l’acquisizione di quegli strumenti socio-culturali come la lingua, le norme, i comportamenti appropriati che incrementerebbero la capacità di muoversi nella nuova società, costituendo un ponte per ottenere soddisfazione, una migliore perfomance accademica e un buon adattamento.
Dai risultati della ricerca emerge così, la necessità di incrementare i servizi di supporto informativo e di orientamento in Albania, nonché creare una rete sinergica con i servizi italiani che possa massimizzarne l’efficienza, producendo e diffondendo materiale, potenziando e arricchendo le professionalità che vi lavorano attivamente. Gli organi competenti dovrebbero adoperarsi per rendere la procedura di rinnovo del permesso di soggiorno più agevole e migliorare il clima nel quale essa si svolge.
Una delle sfide più grandi è quella di ridurre la discriminazione etnica che gli studenti albanesi ammettono di sperimentare. Nonostante la parola “integrazione” oggi sia sempre più diffusa, la strada che conduce alla sua piena realizzazione sembra essere ancora lunga e non priva di ostacoli. L’integrazione richiede percorsi di conoscenza che si costruiscono nella relazione e nel contatto reciproco, che non sempre siamo disposti a mettere in pratica. Per abbattere la discriminazione, i governi dovrebbero sviluppare politiche e programmi rivolti alla popolazione generale, al fine di favorire l’accettazione e la valorizzazione della diversità culturale e la partecipazione delle diverse culture alla vita della più ampia società.
Anche gli ambienti formativi, laddove possibile, dovrebbero promuovere dei curricula di studio multiculturali, in modo che tutte le nazionalità che vivono in una società possano rispecchiare se stesse in tali ambienti, senza stereotipi e con un’adeguata rappresentazione dei loro modi di vita. Inoltre, potrebbe essere utile incoraggiare la partecipazione degli studenti appartenenti a diverse culture alla più ampia società, agevolando la creazione di valide reti di supporto sociale. I risultati della ricerca hanno evidenziato come il supporto sociale possa costituire una valida fonte di autostima e come quest’ultima, a sua volta, sia legata significativamente al benessere psicologico. Oltre a questo, il supporto sociale da parte degli amici in sé e il relazionarsi con i membri della società d’accoglienza sembrerebbero associati positivamente al benessere psicologico degli studenti albanesi nell’Ateneo fiorentino. Alla luce di ciò, si ravvisa la necessità stimolare gli studenti stranieri a ricercare delle opportunità di interazione negli ambienti universitari e nella più ampia società, così da poter fare affidamento su una rete sociale sempre più ampia e avere la possibilità di partecipare attivamente alla routine quotidiana dei propri ambienti di vita, arricchendo la propria esperienza di crescita personale e culturale e migliorando il proprio livello di benessere psicologico.
Ilaria Doino