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Made in Italy. Al via la campagna contro il razzismo

Promossa dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. “Un insieme di fili diversi che s’intrecciano in modo armonico, simbolo d’integrazione”

Roma, 2 luglio 2012 – In primo piano l’immagine di un’etichetta di un vestito ‘Made in Italy’ e sotto le ‘componenti’ del tessuto: 92% italiani, 1.6% romeni, 0.80% albanesi… e così via. E uno slogan: “L’Italia autentica è quella che sa integrare”, un paese cioè dove italiani e stranieri convivano senza pregiudizi o  discriminazioni.

Si presenta così la campagna di comunicazione contro il razzismo, realizzata dall’Ufficio nazionale anti discriminazioni  razziali (UNAR), in collaborazione con l’Osservatorio contro gli atti discriminatori del ministero dell’Interno (OSCAD) e il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio. Presentata il 28 giugno a Roma, sarà diffusa su tutti i media nazionali: sulla Rai, con uno spot di 30 secondi, sulla radio, sui siti internet e sulle testate nazionali, comprese Shqiptari i Italisë e Bota Shqiptare.

“La forza di ‘Made in Italy’ – ha commentato il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Cecilia Guerra – è la sua capacità di sdrammatizzare, con immagini della vita quotidiana (operai di nazionalità diverse che lavorano insieme per creare un unico vestito), un problema grave come questo, visto che il timore per lo straniero è ancora al terzo posto delle paure dei cittadini italiani”. Il capo di abbigliamento, insomma come “un insieme di fili diversi che si intrecciano in modo armonico, simbolo di integrazione”.

“L’obiettivo – ha spiegato il direttore dell’UNAR Massimiliano Monnanni – è fornire un’immagine chiara della compresenza di cittadini italiani e stranieri nel nostro Paese e spingere gli immigrati a denunciare gli atti discriminatori di cui sono vittime, grazie alla sinergia tra UNAR e OSCAD, l’osservatorio creato due anni fa su idea del capo della Polizia Antonio Manganelli”.

Nei primi sei mesi del 2012 il Contact Center anti discriminazioni dell’UNAR ha gestito complessivamente 14.179 contatti (rispetto agli 8.952 del primo semestre 2011) e trattato 876 istruttorie, quasi il doppio di quelle dell’anno scorso. Con un aumento pari all’89,6% delle istruttorie rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 45,3% di queste – riferisce una nota dell’UNAR – è derivato da segnalazioni pervenute tramite il canale web (27,9% nel 2011), il 18% tramite il numero verde 800.90.10.10, il 13,2% via e-mail e il 12,8% attraverso la ricognizione dei media.

“Sul totale delle segnalazioni – aggiunge la nota – oltre il 40% (rispetto al 21% del 2011) è stato effettuato da testimoni di atti discriminatori, anziché’ da vittime (attestate al 33,9% pure in leggero aumento rispetto al 2011) segno di una crescente sensibilità delle persone verso l’argomento. Il 16,8% delle istruttorie è stato invece aperto direttamente dall’Ufficio. Riguardo alla tipologia delle vittime di discriminazione, il 53,9% è composto di donne e il 46,1% di uomini, dati stabili rispetto al 2011”.

“Per quanto riguarda i principali ambiti in cui si sono registrati gli eventi di discriminazione trattati, questi riguardano per in 40,4% dei casi l’ambito del lavoro (14,2% nel 1 semestre 2011); in 13,3% quello della vita pubblica (20,5%); 10,4% dei casi l’erogazione di servizi da parte di enti pubblici (11,9%); il 9,6% i mass media (16,2%). Per quanto concerne invece la territorialità dei casi trattati, le prime cinque regioni per importanza numerica delle istruttorie trattate sono: 17,3% Lombardia; 15,8% Lazio; 8,3% Veneto e Piemonte; 7,8% Emilia Romagna”.

 

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